In un’intervista rilasciata a Chemical Watch, Marko Sušnik dell’associazione europea delle piccole e medie imprese (Ueapme) dichiara che le registrazioni REACH sono state sotto le aspettative e che la differenza fra quanto previsto nel Libro Bianco e le sostanze effettivamente registrate è considerevole, tanto da rendere poco plausibile un cambiamento del mercato così drastico negli ultimi 10-15 anni.
Numeri alla mano, in primo luogo, è necessario detrarre dal totale delle registrazioni la maggior parte delle sostanze non soggette a un regime transitorio e tutti gli intermedi isolati. In base a questo calcolo è probabile che non siano state registrate nemmeno 15.000 sostanze; ovvero la metà delle 30000 sostanze stimate nel Libro Bianco.
Secondo Marko Sušnik il numero inferiore di sostanze chimiche registrate dovrebbe essere paragonato al numero di sostanze presenti in altri inventari europei, così da avere un’idea delle sostanze presenti sul mercato. L’inventario delle classificazioni ed etichettature, in vigore dal 2011, contiene circa 135000 singole sostanze, numero coerente con la somma delle sostanze contenute in Einecs, Elincs e NLP (no-longer polymers) e questi numeri sono comparabili con quanto presente sul mercato europeo 10 anni fa.
Il dato più preoccupante secondo Sušnik è rappresentato dal numero di dossier presentati dalle piccole e medie imprese: secondo le previsioni di ECHA la maggior parte dei registranti dell’ultima scadenza di registrazione doveva essere composta da PMI, che invece sono state solo il 17% del totale. Più cauto Cefic, che rimane convinto che la maggior parte delle sostanze attualmente utilizzate in Europa siano state registrate.
L’unica certezza è che ad oggi è impossibile trarre conclusioni sul successo della fase di registrazione REACH, servirà ancora qualche mese per avere un quadro più completo della situazione, grazie ai numeri definitivi che saranno disponibili in autunno (al termine del controllo di completezza di tutti i dossier).
Pavia, 11 giugno 2018.