Il 2018 delle sostanze chimiche: fra registrazioni REACH e Brexit

 

Cari Colleghi, cosa ci aspetta per questo 2018? In ambito regolatorio sulle sostanze chimiche, per noi europei, un’importante sfida è alle porte: la terza e ultima scadenza per la registrazione ai sensi del Regolamento REACH di sostanze chimiche soggette a un regime transitorio. Questa onerosa attività riguarda le aziende che producono o importano sostanze chimiche in quantitativi compresi fra 1 e 100 tonnellate/anno. Si tratta dell’ultimo step di registrazione previsto dal Regolamento REACH e dall’esperienza maturata con le precedenti scadenze del 2010 e del 2013 abbiamo imparato molte cose; ma allora perché quest’ultima scadenza è così delicata?

I motivi sono molteplici e possono essere così riassunti:

  • in questa fase è coinvolta una percentuale più elevata di PMI;
  • per la prima volta molte PMI potrebbero valutare la possibilità di diventare dichiaranti capofila;
  • molti piccoli SIEF o dichiaranti soli nel loro SIEF;
  • inferiore disponibilità di informazioni sulle sostanze, ne consegue una maggiore necessità di generare nuovi dati;
  • diversi livelli di organizzazioni di settore;
  • nuovi contesti economici e politici.

L’esperienza derivante dalle precedenti scadenze dimostra che la registrazione è sostenibile in quanto è stata affrontata da migliaia di aziende a partire dal 2008 e, con la scadenza del 2013, sono state ricevute da ECHA più di 5.600 registrazioni, il 16% delle quali presentate da PMI (fonte dati ECHA, per approfondire REACH 2018 Roadmap).

Il 2018 sarà anche l’anno dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. È ancora troppo presto anche solo per ipotizzare il quadro degli accordi commerciali che verranno stretti fra Regno Unito e Unione europea, ma il rischio di una hard Brexit sembra preoccupare l’impresa britannica. Molti sostenitori della Brexit, durante la campagna dello scorso anno, sostenevano che il Regno Unito avrebbe dovuto svincolarsi dai stringenti regolamenti europei. Tuttavia, ad oggi, molti imprenditori — che inizialmente si lamentavano di quanto il Regolamento REACH fosse gravoso e soffocante per la competitività — sono tutt’altro che convinti dei potenziali vantaggi derivanti dall’abbandono del REACH e prefereribbero mantenere le regole europee.

In una recente lettera a Michael Gove, segretario per l’ambiente del Regno Unito, l’Associazione delle Industrie Chimiche ha affermato che l’abbandono del quadro legislativo dell’Unione europea “metterebbe seriamente in discussione 10 anni di investimenti, in quanto le registrazioni e le autorizzazioni che consentono l’accesso al mercato unico dell’Unione diventerebbero improvvisamente inutili il giorno dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea” (Financial Times).

 

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