Aggiornamento dossier REACH: alcuni Stati membri propongono di implementare un nuovo regolamento

Francia, Ungheria, Paesi Bassi e la Norvegia hanno proposto l’adozione di un nuovo regolamento di implementazione per fare in modo che le aziende aggiornino regolarmente i propri dossier di registrazione REACH.

L’opinione di questi Stati membri è stata espressa in separati papers elaborati in seguito all’incontro del Caracal dello scorso giugno.

Ad oggi il problema principale sembra essere rappresentato dall’articolo 22 di REACH:
Dopo la registrazione, il dichiarante è tenuto ad aggiornare senza indebito ritardo la sua registrazione con le nuove informazioni pertinenti e a presentarla all’Agenzia, di propria iniziativa, nei seguenti casi: […]
In particolare la dicitura “senza indebito ritardo” lascia troppo spazio alle interpretazioni. La preoccupazione maggiore è dovuta al fatto che nella situazione attuale il tasso di aziende che andrà a mantenere aggiornato il dossier di registrazione possa essere molto basso e che, di conseguenza, col tempo, ne possa essere compromessa la qualità di tutto il lavoro eseguito a livello europeo.

La posizione più decisa sembra essere quella della Francia, che propone l’introduzione dell’obbligo di aggiornamento regolare dei dossier, unitamente ad una funzione IUCLID, da utilizzare quando non sono necessari aggiornamenti, che consenta rapidamente di dichiarare che il check del dossier è stato fatto e che nessun aggiornamento è necessario.

Per i Paesi Bassi una soluzione pragmatica al problema potrebbe essere l’introduzione dell’obbligo di aggiornamento dei dossier di registrazione REACH ogni 4 o 5 anni.

Per la Norvegia ECHA dovrebbe sottoporre i dossier a Compliance check e dovrebbe iniziare a revocare quelli di bassa qualità. L’Ungheria non è invece convinta che l’obbligo di aggiornamento sia la strada giusta, nonostante riconosca che qualcosa debba essere fatto urgentemente per fare in modo che l’articolo 22 venga implementato correttamente.

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Pavia, 8 settembre 2018.

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