Perché si fanno esperimenti su animali? Ci servono dati scientifici per valutare gli effetti, positivi o negativi, delle sostanze nutritive e di altre sostanze chimiche presenti nei nostri cibi, farmaci e in altri prodotti. E con nuovi prodotti che escono in continuazione, la richiesta di dati non fa che aumentare.
La maggior parte dei dati proviene da test di laboratorio. A volte i test clinici vengono fatti su esseri umani, anche quelli per testare nuovi farmaci. Nella maggior parte dei casi, però, ciò sarebbe troppo rischioso, per cui di regola si ricorre a esperimenti su animali. Ma, per vari motivi, la società e gli scienziati sono sempre più scontenti della sperimentazione animale.
La ragione più ovvia è che non vogliamo che gli animali soffrano, cosa che la società contemporanea è sempre meno disposta ad accettare.
Inoltre gli esperimenti che usano animali sono costosi, per cui entrano in gioco anche considerazioni di tipo economico. Inoltre, cosa importante, un topo non è un essere umano.
Organi su chip, colture di tessuti e modelli computazionali possono talvolta mimare meglio la biologia umana. Ci possono aiutare a capire cosa accade nel nostro corpo a ciò che ingeriamo.
La buona notizia, quindi, è che le novità scientifiche e tecnologiche stanno rendendo le alternative alla sperimentazione animale non solo fattibili, ma in alcuni casi persino migliori.
Quali sono queste alternative? Noi le chiamiamo le tre R. Rimpiazzare, ovvero ricreare le condizioni all’interno di un essere vivente utilizzando la tecnologia delle colture cellulari o i modelli computazionali al posto degli esperimenti su animali.
Quindi, in questo modo, accanto alle osservazioni da esperimenti su animali, possiamo usare anche i dati generati senza l’uso di animali. Ridurre ovvero ottenere informazioni analoghe da un minor numero di animali o più informazioni dagli stessi animali.
Ciò si può ottenere, per esempio, migliorando la progettazione dello studio e l’analisi statistica. Le informazioni supplementari possono inoltre essere usate per ridurre al minimo il numero di animali necessari negli esperimenti. Rifinire ovvero alleviare il dolore o la sofferenza degli animali da esperimento migliorandone il benessere. Adesso le condizioni degli animali in laboratorio sono migliorate, ma si può fare ancora di più.
Ma possiamo fare valutazioni del rischio senza dati tratti da animali?
Beh, gli effetti più complessi sono ancora difficili da prevedere con gli esperimenti sulle sottocolture, ad esempio ciò che succede alle sostanze chimiche nel nostro corpo dopo la loro ingestione.
Ecco perché in alcuni settori come l’approvazione dei pesticidi e degli additivi alimentari la legislazione impone che si considerino dati tratti da studi su animali.
E un futuro senza test sugli animali?
Man mano che le innovazioni scientifiche avanzano, saremo presto in grado di garantire la sicurezza dei nostri cibi usando molti meno animali di oggi.
Forse un giorno riusciremo a farlo senza alcun test sugli animali. E non sarebbero grandioso, ragazzi?
Fonte: EFSA.
Pavia, 18 maggio 2019.