Si è conclusa lo scorso 31 maggio 2018 l’ultima scadenza di registrazione prevista dal regolamento REACH. I primi dati che emergono (dati più puntuali saranno disponibili solo dopo il 31 agosto 2018), portano alla conclusione che si è trattato di un grande successo. Sembra non essere una notizia abbastanza rilevante per i media tradizionali, ma le aziende europee, in 10 anni, hanno studiato 21551 sostanze chimiche; ovvero hanno presentato una valutazione del rischio per l’uomo e per l’ambiente associato all’uso di tali sostanze. Un lavoro enorme, una grande sfida vinta. I numeri di registrazioni complessive (circa 88000) sono vicini alle previsioni di ECHA. Le aziende e l’Europa sono riuscite a raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si erano posti, un grande successo politico e legislativo che sicuramente fa invidia ad altri Stati.
Oggi l’Europa dispone del più grosso database al mondo contenete informazioni sulle sostanze chimiche: dalla loro pericolosità agli usi e modi d’uso fino all’esposizione durante ogni singola fase d’uso.
L’1 giugno 2018 si è tenuta una conferenza stampa di ECHA per presentare i risultati e il lavoro futuro, il video integrale è riportato in seguito.
Il Paese più attivo è stato la Germania con il 25% delle registrazioni, a seguire il Regno Unito con il 14% e la Francia con il 10% del totale delle registrazioni. L’Italia per ora al quinto posto (8%). In Italia 996 le aziende coinvolte nella registrazione. Da notare il grande contributo del Regno Unito, prossimo ad abbandonare l’Unione europea. Se dal punto di vista delle aziende inglesi non dovrebbero esserci problemi (si troverà probabilmente un modo per far valere la registrazione), il problema politico è forte: il Regno unito non avrà più voce in capitolo sulle politiche di gestione delle sostanze chimiche, a tutti i livelli. Una grande perdita, considerando lo sforzo messo dal Paese nelle registrazioni REACH.
Pavia, 2 giugno 2018.